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ULTIMI AGGIORNAMENTI
EMERGENZA ENERGIA

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L’impennata dei costi energetici si sta abbattendo sui bilanci delle aziende rischiando di compromettere la prosecuzione delle attività. Il sito si pone come punto di riferimento per le PMI assistendole e supportandole nella gestione della profonda emergenza energetica in atto.


COME SAPERE SE L’IMPRESA È ENERGIVORA O GASIVORA


IMPRESE ENERGIVORE

Definizione di impresa energivora

Per imprese a forte consumo di energia (c.d. energivore) si intendono quelle imprese che hanno un consumo medio di energia elettrica, calcolato nel periodo di riferimento, pari ad almeno 1 GW/anno e che rispettano uno dei seguenti requisiti (previsti nell’Art. 3 del DM 21.12.2017).

Devono però valere alternativamente  altre condizioni come di seguito elencate:

  • Imprese che operano nei settori dell’Allegato 3 alla comunicazione Commissione europea n. C(2014) 200/01 tra cui estrazione di minerali, produzione di oli e grassi, tessitura, produzione di cemento, fabbricazione di componenti elettronici, etc.

  • Imprese che operano nei settori dell’Allegato 5 alla citata comunicazione tra cui ad esempio altri settori minerari e manifatturieri non inclusi nell’Allegato 3 – e sono caratterizzate da un indice di intensità elettrica positivo determinato, sul periodo di riferimento, in relazione al Valore aggiunto lordo (VAL) ai sensi dell’Art. 5 del DM 21.12.2017 non inferiore al 20%

  • Imprese che pur non rientrando tra i precedenti punti, sono ricomprese negli elenchi delle imprese a forte consumo di energia redatti, per il 2013 e 2014, dalla Cassa per i Servizi Energetici Ambientali (CSEA) ex 39 del DL 83/2012.Il DM 21.12.2017 identifica le imprese a forte consumo di energia quelle aventi i requisiti di cui all’art. 3 e, contestualmente iscritte all’elenco CSEA di cui all’Art. 6 comma 1 del succitato DM.


IMPRESE GASIVORE

Per quanto riguarda questa altra categoria di imprese vale una differente definizione come definito dalla Autorità competenti in materia come di seguito descritto

Il MISE con il decreto DM 02/03/2018 il MISE ha definito le imprese a forte consumo di gas naturale (gasivore), come imprese che hanno consumi annuali di gas naturale maggiori o uguali a 1 GW/anno (che corrisponde a circa 94.582 smc/anno).

Anche le imprese gasivore devono rispettare, in analogia con imprese energivore, oltre al parametro del consumo anche le seguenti condizioni:

  • abbiano un codice ATECO principale che corrisponda ai codici NACE indicati nell’Annesso 3 delle Linee Guida;

  • abbiano un codice ATECO principale che corrisponda ai codici NACE indicati nell’Annesso 5 delle Linee Guida e sono caratterizzate da un indice di intensità gasivora calcolato rispetto al Valore Aggiunto Lordo (VAL), come previsto dall’Allegato 4 alle Linee Guida CE, non inferiore al 20%.

 

Assistenza all’iscrizione all’elenco delle imprese energivore

Il servizio offerto dal SCPMI è finalizzato ad assistere le imprese che, rientrando in quelle aventi diritto, intendano presentare la dichiarazione per l’ottenimento del riconoscimento di impresa a forte consumo di energia.

L’attività proposta è suddivisa in due fasi:

FASE 1
– Viene svolta un’attività di supporto all’impresa nell’individuazione e nella determinazione dei parametri necessari al riconoscimento di impresa a forte consumo di energia per l’ottenimento dell’agevolazione;

FASE 2
A seguito della verifica dei parametri necessari al riconoscimento di impresa energivora si procede con:
– Compilazione e caricamento della dichiarazione e conseguente iscrizione nel registro delle imprese a forte consumo di energia;
– Controllo e verifica dell’agevolazione riconosciuta e degli oneri di sistema per le imprese a forte consumo di energia;
– Aggiornamenti continui in merito a qualsiasi modifica e novità normativa per tutto il periodo della durata del contratto.

 

COME SAPERE SE L’IMPRESA NON È ENERGIVORA

Tutte le altre tipologie di imprese che non rientrano nelle definizioni di energivore e di gasivore come sopra descritto sono imprese non energivore e pertanto destinarie di norme ed aiuti economici differenziati. Si sottolinea in questa sede che pertanto se non valgono le caratteristiche di cui sopra, pur incidendo in questa fase molto il consto dell’energia elettrica e del gas l’azienda non può ritenersi energivora o gasivora.

 

AIUTI ECONOMICI

Di seguito sono descritti una serie di strumenti di aiuto economico per le imprese differenziati sia per la natura (bandi a sportello, aiuti economici previsti a livello nazionale, aiuti economici previsti a livello locale in particolare regionale) sia per i destinatari che talvolta sono solo le imprese energivore o gasivore o determinate tipologie di azienda (ad esempio PMI con % differenziate rispetto alle grandi imprese).

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Bandi

Indicazioni su possibili agevolazioni a sostegno di investimenti finalizzati a interventi di efficientamento energetico e di installazione di impianti a fonti rinnovabili.

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Bandi Regionali POR-FESR 2021/2027 – Bandi su energia ed efficientamento

La Regione Piemonte ha recentemente comunicato l’intenzione di pubblicare i primi bandi del POR 2021/2027, riguardanti l’efficientamento energetico e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, nel mese di Dicembre 2022.

Qui di seguito una sintesi delle agevolazioni.
POR-FESR 2021/2027, presto i Bandi su energia ed efficientamento. La Regione ha comunicato la pubblicazione nel mese di Dicembre 2022

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Efficientamento energetico nelle imprese

La priorità OS1 OS 1 Promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra – prevede, per le imprese, una dotazione di 80 mln di € da utilizzarsi per sostenere la realizzazione di :

  • impianti di cogenerazione ad alto rendimento;

  • interventi di razionalizzazione dei cicli produttivi e utilizzo efficiente dell’energia;

  • interventi di efficientamento energetico di edifici delle imprese;

  • installazione di sistemi di building automation connessi agli interventi di efficientamento;

  • ingegnerizzazione di prototipi e/o processi innovativi volti al risparmio energetico.

Per le PMI il finanziamento sarà pari al massimo all’ 80% del valore del progetto in termini di costi ammissibili, erogato per il 75% con fondi regionali a tasso zero e per la quota restante (pari ad almeno al 25%) da fondi bancari. Restante quota sarà costituita da una sovvenzione a fondo perduto, fino ad un massimo del 20% del valore del progetto in termini di costi ammissibili.
Ammissibili investimenti di importo minimo pari a €100.000 euro ed un massimo pari a € 3.000.000.

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Contributi a fondo perduto per investimenti innovativi e sostenibili

Un nuovo stanziamento per le imprese (micro, piccole e medie imprese) del Centro Nord.
Il Bando Investimenti Sostenibili 4.0, che finanzia i progetti di investimento volti al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, ha avuto una ulteriore dotazione finanziaria ed è quindi ancora possibile presentare la domanda.

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Promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili nelle imprese

Finanziamento ad interventi finalizzati all’autoconsumo e/o la condivisione dell’energia prodotta con soggetti appartenenti alle Comunità di energia rinnovabile per: installazione di impianti a fonti rinnovabili, per la  produzione di energia termica ed elettrica, impianti per lo  sfruttamento di energia dell’ambiente e geotermica,  produzione di idrogeno verde da energia elettrica  rinnovabile, impianti di cogenerazione ad alto rendimento, sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia prodotta di media e piccola taglia.
Per le PMI il finanziamento sarà pari al massimo al 80% del valore del progetto in termini di costi ammissibili, erogato per il 75% con fondi regionali a tasso zero e per la quota restante (pari ad almeno al 25%) da fondi bancari.
Restante quota sarà costituita da una sovvenzione a fondo perduto, fino ad un massimo del 20% del valore del progetto in termini di costi ammissibili.
Ammissibili investimenti di importo minimo pari a €100.000 euro ed un massimo pari a € 500.000

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Contributi a fondo perduto per investimenti innovativi e sostenibili

Un nuovo stanziamento per le imprese (micro, piccole e medie imprese) del Centro Nord. Il piano degli investimenti è coerente con il piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli destinati a favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare ovvero a migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.

Il Bando Nazionale Investimenti Sostenibili 4.0, ha avuto infatti una ulteriore dotazione finanziaria ed è quindi ancora possibile presentare la domanda.
– Contributi a fondo perduto per investimenti innovativi e sostenibili. Per le imprese del Centro Nord un nuovo stanziamento

 

Altri strumenti di finanziamento a livello nazionale ed Europeo sono quelli descritti di seguito:

  • PNRR
    – 5.1.1 “Tecnologia PV (PhotoVoltaics)”: sostiene investimenti privati nel settore della produzione di pannelli fotovoltaici innovativi ad alto rendimento (con una dotazione finanziaria di 400 mln di euro);
    – 5.1.2 “Industria eolica”: sostiene investimenti privati nel settore della produzione di aerogeneratori di nuova generazione e taglia medio-grande (con una dotazione finanziaria di 100 mln di euro);
    5.1.3 “Settore batterie”: sostiene investimenti privati nel settore della produzione di batterie (con una dotazione finanziaria di 500 mln di euro);Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni ovvero i sei pilastri del Next Generation EU riguardo alle quote d’investimento previste per i progetti green (37%) e digitali (20%).

 

Le risorse stanziate nel PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro così ripartite:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi

  • Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi

  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi

  • Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi

  • Inclusione e coesione – 19,81 miliardi

  • Salute – 15,63 miliardi

 

Le politiche sono state ideate per incentivare gli investimenti in tecnologie avanzate e in ricerca e sviluppo, includendo anche un focus sulle filiere produttive finalizzato a creare e sfruttare economie di scala, sostenere i costi dell’innovazione e aumentare la produttività.
Il Piano prevede anche investimenti per sviluppare una leadership internazionale nel processo di transizione energetica attraverso la creazione di filiere nazionali nei settori delle energie rinnovabili, le batterie, l’idrogeno e i bus elettrici.

Al momento il PNRR prevede Bandi nell’ambito della Missione 2 – Componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” – Investimento 5 “Sviluppo di una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione”, l’Investimento 5.1 “Rinnovabili e batterie”, con una dotazione finanziaria di 1 miliardo di euro, mira a sviluppare le filiere industriali nel settore fotovoltaico, eolico e delle batterie, attraverso i seguenti tre sub-investimenti:

 

  • PNRR 5.1.3 “Settore batterie”: Lo strumento agevolativo scelto è quello del Contratto di Sviluppo (CdS), per il tramite di Invitalia.La misura prevede una milestone e due targets:

    • M2C2-38: Presentazione alla CE della documentazione attestante l’entrata in vigore di un decreto ministeriale che individua l’ammontare delle risorse disponibili, i requisiti di accesso dei beneficiari, le condizioni di ammissibilità, le spese ammissibili, la forma e l’intensità degli aiuti (decerto adottato in data 27 gennaio 2022 e pubblicato in G.U.) al T2 2022;

    • M2C2-39: Aumento della capacità di produzione di energia dei pannelli fotovoltaici prodotti dagli attuali 200 MW/anno a 2000,00 Mw/anno al T4 2025;

    • M2C2-40: Produzione di batterie con capacità obiettivo di 11 Gwh al T4 2024.

 

Bando per le strutture residenziali di tipo socio-sanitario

Bando per la concessione di contributi finalizzati al finanziamento delle spese sostenute per i consumi elettrici delle strutture residenziali di tipo socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani e per persone con disabilità e relativa modulistica. Pubblicato sul BURP il 24/11/2022

 

Energy Release

Definizione dello strumento “Energy Release”
– Energia, con l’”Energy Release” nuove possibilità per le imprese

18/11/2022

Il GSE ha prorogato la data di apertura del Portale informatico per la presentazione delle richieste di accreditamento per l’Energy Release.

La data di apertura è fissata alle ore 9.00 del 22 novembre 2022 ed il termine ultimo per la presentazione delle richieste è fissato alle ore 9.00 del 5 dicembre 2022.

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  • Credito d’imposta

– Credito d’imposta per le imprese energivore. I requisiti per poterne beneficiare sulle bollette dell’elettricità relative al primo trimestre 2022
– Cessione dei crediti energetici. Dal 7 luglio al 21 dicembre 2022 canale aperto per la trasmissione dei modelli di comunicazione

24/11/2022
Sul credito d’imposta relativo al 2° trimestre 2022, con circolare n. 20/E del 16 giugno 2022, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che tra gli usi diversi da quelli termoelettrici, rientrano “anche le spese sostenute per l’acquisto di gas utilizzato come carburante per motori, costituendo questo un “uso energetico” del gas stesso”. L’Agenzia delle Entrate, interpellata per le vie brevi, ha confermato che tra i beneficiari della misura possono rientrare anche le imprese di autotrasporto, per il gas naturale (CNG e LNG) acquistato ed utilizzato come carburante a partire dal secondo trimestre di quest’anno (quindi da aprile fino a dicembre 2022). Per quanto riguarda l’utilizzo, tenuto conto delle modifiche che si sono susseguite rispetto alla misura originaria del D.L 21/2022, la situazione risulta essere la seguente:

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Secondo quanto prevede l’articolo 1, comma 6 del d.l 176/2022 (“Aiuti quater”), “entro il 16 marzo 2023, i beneficiari dei crediti di imposta, a pena di decadenza dal diritto alla fruizione del credito non ancora fruito, inviano all’Agenzia delle Entrate un’apposita comunicazione sull’importo del credito maturato nell’esercizio 2022”.

Contenuto e modalità di presentazione di questa comunicazione, verranno definiti con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Oltre la fruizione diretta del credito d’imposta in compensazione con il modello F24, le imprese beneficiarie hanno la possibilità di cedere il menzionato credito per l’intero importo secondo le modalità e i termini definiti con provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate prot. n. 253445 del 30 giugno 2022 e prot. n. 376961 del 6 ottobre 2022.

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  • Assistenza al calcolo del credito d’imposta EE e GAS
    Il servizio offerto dal SCPMI è finalizzato a supportare le imprese nella determinazione della componente energetica (di Energia Elettrica e GAS) da utilizzare per la determinazione dell’importo del credito d’imposta a beneficio delle aziende aventi diritto per i trimestri previsti dai relativi DL.L’attività proposta è suddivisa in due fasi:
    – FASE 1
    Viene svolta un’attività gratuita di verifica dei requisiti necessari per poter beneficiare del credito. Tale attività viene espletata tramite la raccolta e la verifica delle bollette e dei relativi consumi;
    – FASE 2
    Solo nel caso in cui vengano rispettati tutti i requisiti si procederà con la quantificazione dell’ammontare dell’importo su cui calcolare il credito d’imposta suddiviso per trimestri.

 

  • Accise
    – Bonus per autotrasportatori – accise ridotte

 

20/11/2022

Lo sconto, in scadenza il 18 novembre 2022, è stato rinnovato fino al 31 dicembre prossimo: il provvedimento è contenuto nel decreto legge Aiuti Quater, confermando le anticipazioni inserite pochi giorni fa nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.

24/10/2022

Il Ministero Economia e Finanze di concerto con il Ministero della Transizione ecologica  hanno prorogato fino al 18 novembre 2002 la riduzione di 25 centesimi al litro del prezzo di acquisto alla pompa di benzina, gasolio e GPL attraverso la riduzione dell’accisa, nonché l’azzeramento dell’accisa e la riduzione delle aliquote IVA dal 22 al 5 per cento sul GPL usato come carburante; in precedenza le suddette misure erano state previste fino al 31 ottobre.
Come già avvenuto con i precedenti provvedimenti sul tema, è stata contestualmente prorogata fino al medesimo termine del 18 novembre 2022 la sospensione dell’aliquota dell’accisa sul gasolio professionale; pertanto continuerà a non essere consentito fino a quella data l’ordinario recupero delle accise sotto forma di credito d’imposta per i veicoli per trasporto di merci di peso superiore a 7,5 tonnellate e di categoria ecologica Euro 5 e superiori.

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  • Altro
    TEMPORARY CRISIS FRAMEWORK

    Garanzie sui prestiti – dal 30 agosto 2022, e fino al 31 dicembre 2022 è possibile, per le PMI,  presentare le domande di garanzia a valere sul quadro temporaneo di crisi per sostenere nel contesto dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia –  Temporary Crisis Framework  – sezione 2.2 . Le imprese devono dichiarare di avere esigenze di liquidità connesse direttamente o indirettamente all’attuale guerra in Ucraina, per esempio quelle determinate dal rincaro dei prezzi di materie prime o dall’incremento delle spese energetiche.
    Le misure sul “Temporary Crisis Framework”. I provvedimenti in vigore dal 30 agosto al 31 dicembre 2022

 

 

ACQUISTO ENERGIA ELETTRICA E GAS

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  • Acquisto diretto
    API Torino da anni svolge analisi di mercato pressi i principali produttori e fornitori di energia elettrica e gas puntando all’ottenimento di prezzi agevolati, di listini differenziati per aziende associate. API Torino si rende disponibile ad accompagnare le imprese ad appuntamenti dedicati per l’elaborazione di una offerta di fornitura dedicata sia per l’energia elettrica che per il gas sulla base delle esigenze specifiche dell’azienda associata.

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  • Gruppo d’acquisto
    CET è un Gruppo d’Acquisto di Energia Elettrica e Gas naturale che opera in forma di società consortile a responsabilità limitata. La fondazione nel Maggio 2000 avvenne su iniziativa di alcune Aziende di Torino che vollero costituire un punto di riferimento affidabile per le loro scelte in campo energetico.
    Le adesioni di nuovi soci negli anni seguenti hanno fatto sì che CET oggi rappresenti ed assista più di 900 Aziende negli acquisti di energia e gas nonché, più in generale, in tutte le relazioni con Fornitori, Distributori ed imprese di servizio nel settore energetico.

     

 

VUOI VERIFICARE LE TUE BOLLETTE?

I servizi di assistenza forniti dall’API Torino riguardano, come specificato nei paragrafi precedenti non solo l’accompagnamento nella miglior scelta del fornitore di energia elettrica e gas ma anche nella verifica dell’attuale contratto di fornitura non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello di tipo legale e contrattuale. I servizi offerti in sinergia tra i Servizi Legale, Fiscale Tributario e Tecnico riguardano anche le seguenti fattispecie:
– Verifica contratti/contenziosi
– Assistenza alla corretta verifica dei consumi in azienda.

Contatta la Segreteria del Servizio Tecnico di API Torino al numero 011 4513.262 o all’indirizzo mail sertec@apito.it

 

ENERGIE RINNOVABILI

  • Fotovoltaico
    Che cos’è l’impianto fotovoltaico?
    L’impianto fotovoltaico è un impianto elettrico, formato da più moduli fotovoltaici, che utilizzano l’energia solare per produrre energia elettrica sfruttando l’effetto fotovoltaico, attraverso materiali sensibili alla luce solare (ad esempio il silicio). La componente più importante di un impianto di questo tipo è campo fotovoltaico, l’insieme di tutti i pannelli dell’impianto. In genere per la produzione di 3 kWh bastano circa 13-15 moduli da 200-220 watt collegati in serie. La tensione prodotta dipende dalla temperatura, dall’orientamento (quello ottimale è a sud) e dall’inclinazione (deve essere intorno ai 30°). I pannelli fotovoltaici vanno collegati per legge ad un sezionatore, secondo la norma CEI 64-8 che permette di scollegare l’impianto in caso di interventi sulla rete o quando ci sono scariche atmosferiche o picchi di tensione. L’inverter permette di trasformare la corrente continua prodotta in alternata e deve essere dimensionato in relazione alla potenza dei pannelli, in genere intorno ai 3 kWh.
    Monitoraggio e contatori
    È importante anche la presenza di un sistema elettronico di monitoraggio connesso alla rete, per intervenire in tempo reale in caso di malfunzionamento o guasti oltre a premettere anche di ponderare la produzione dell’impianto. L’impianto fotovoltaico presenta due contatori, il primo è quello di produzione, che misura tutta l’energia prodotta, calcolando la percentuale auto consumata che non verrà fatturata. Il secondo è quello bi-direzionale, che misura l’energia immessa e prelevata dalla rete. Il contatore di produzione misura la percentuale di energia auto consumata rispetto a quella immessa in rete che non viene immessa al contatore bi-direzionale perché viene inviata direttamente alle utenze aziendali. Il contatore – bi direzionale che immette l’energia prodotta e non utilizzata nella rete nazionale.
    Come funziona un impianto fotovoltaico?
    L’elemento di base di un impianto è la cella fotovoltaica. Si tratta di una cellula fotoelettrica le cui specifiche tecniche possono variare quando è esposta alla luce. I pannelli sono formati da un insieme di celle fotovoltaiche, le quali modificano la luce solare che incide su di esse in corrente elettrica. Questa corrente elettrica raccolta dal circuito viene canalizzata nei cavi elettrici del pannello e scorre verso gli altri componenti dell’impianto.
    Cos’è il contratto di Scambio sul Posto?
    Lo Scambio sul Posto è il meccanismo che permette di immettere nella rete elettrica l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico non consumata al momento della produzione e prelevarla una volta che se ne ha bisogno. Nello Scambio sul Posto si usa la rete elettrica come strumento di “immagazzinamento virtuale” del surplus di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. L’aggettivo virtuale è usato perché l’energia non viene immagazzinata nelle batterie per fotovoltaico, ma viene rilasciata al sistema elettrico e scambiata sul posto in un momento successivo a compensazione.
    Il servizio dello Scambio sul Posto viene erogato dal GSE (il Gestore dei Servizi Energetici) quando il richiedente è in possesso di un impianto per il consumo e la produzione di energia elettrica connesso in un unico punto con la rete.
    Come funziona?
    Di giorno l’impianto fotovoltaico produce energia pulita. Parte di questa energia non viene consumata istantaneamente e viene immessa in rete dopo essere passata dal contatore di scambio che calcola i kWh immessi nella rete pubblica. Di sera, data l’assenza di luce, l’impianto non produce abbastanza energia per soddisfare i bisogni di consumo dell’azienda, e dunque quest’ultima viene prelevata dalla rete. Questo prelievo verrà conteggiato nella bolletta dell’elettricità del richiedente e verrà poi rimborsato parzialmente in base a quanta energia è stata immessa in rete dall’impianto fotovoltaico.

 

  • Comunità energetiche

    • Benefici economici. Grazie ai meccanismi di incentivazione derivanti dall’energia prodotta e utilizzata, la comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire a ciascun membro della comunità. gli incentivi previsti per le comunità energetiche sono cumulabili con altre agevolazioni, tra cui le misure previste dall’Ecobonus, dal Superbonus 110% e dal Bonus Casa.

    • Benefici ambientali. Da un lato si evita di produrre energia da fonti fossili liberando CO2, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete; Infatti le comunità energetiche prevedono l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia, incentivando la diffusione di energia verde al posto delle fonti fossili per diminuire le emissioni di gas ad effetto serra e mitigare i cambiamenti climatici.

    • Benefici sociali. la diminuzione dei costi energetici e delle emissioni inquinanti favorisce la coesione delle comunità locali e promuove modelli di inclusione e collaborazione sociale, con una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori e il contrasto della povertà energetica.Attraverso le ultime normative di legge l’Italia ha compiuto un passo in avanti nel campo delle comunità energetiche rinnovabili, un modello innovativo di gestione dell’energia già ampiamente diffuso in Nord Europa.

 

Le nuove disposizioni favoriranno soprattutto la diffusione delle energie verdi e sostenibili, per creare sistemi virtuosi di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia tramite le comunità energetiche rinnovabili. Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE).

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Cosa sono le comunità energetiche
Una comunità energetica consiste in un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. Si tratta dunque di una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Le comunità energetiche vanno oltre la soddisfazione del fabbisogno energetico, infatti incentivano la nascita di nuovi modelli socioeconomici caratterizzati dalla circolarità. In una comunità energetica i soggetti sono impegnati nelle diversi fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia, secondo i principi di responsabilità ambientale, sociale ed economica e partecipazione attiva in tutti i processi energetici.

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Come funziona una comunità energetica
Vediamo innanzitutto come creare una comunità energetica. Il primo passo da compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, siano essi persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni pubbliche locali.Dal momento che, per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione riconosciuta o della cooperativa. Il passo successivo consiste nell’individuare l’area dove installare l’impianto (o gli impianti) di produzione, che dev’essere in prossimità dei consumatori. Questo significa, per esempio, che una PMI oppure una Pubblica Amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico, rispettivamente sul proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta e immessa in rete con i cittadini del Comune che hanno deciso di far parte della comunità. Allo stesso modo si possono costituire comunità di quartiere, comunità agricole, comunità di borgo e così via. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno solo o più dei membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo. Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza – anche tramite un’azienda esterna allo scopo delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. È bene chiarire che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Qualora la produzione sia superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla comunità il solo valore economico dell’energia, senza ulteriori benefici. Tale energia può anche venire immagazzinata in sistemi di accumulo (tipicamente batterie elettrochimiche agli ioni di litio) per essere poi utilizzata quando le fonti rinnovabili non sono utilizzabili (per esempio di notte nel caso dei pannelli solari) o quando se ne verifichi la necessità (per esempio per far fronte a picchi di domanda). L’infrastruttura è costituita da una rete che collega tutti i soggetti della comunità energetica, monitorata e controllata da tecnologie digitali all’avanguardia per ottimizzare ogni fase di produzione, consumo e scambio dell’energia attraverso soluzioni hardware e software innovative.
Si tratta, ad esempio, di sensori per il monitoraggio dei consumi elettrici, tecnologie cloud che funzionano come aggregatore delle comunità energetiche per favorire gli scambi tra associazioni vicine, oltre a sistemi blockchain per controllare ogni passaggio e garantire trasparenza, sicurezza e affidabilità. Ogni partecipante della comunità energetica deve inoltre installare un energy box, un dispositivo che consente di collegare l’edificio e l’impianto alla rete locale, per assicurare la condivisione in tempo reale delle informazioni su produzione, autoconsumo, cessione e prelievo dell’energia.

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Ripartizione dei ricavi
Come ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta attiene alle regole di funzionamento della comunità energetica, che ciascuna comunità stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato. Per esempio si può decidere di ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso in modo uguale fra tutti i soci ma di privilegiare, nella suddivisione degli incentivi, quanti si sono adoperati affinché i propri consumi fossero contemporanei alla produzione di energia o addirittura premiare quei soggetti che hanno messo a disposizione i propri impianti per il beneficio comune. Da un punto di vista pratico, ogni membro della comunità continua a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti alla comunità. Tale compenso, non essendo tassato, equivale di fatto a una riduzione della bolletta.

Comunità energetiche: vantaggi e benefici
Le comunità energetiche hanno numerosi impatti positivi su persone, enti e comunità coinvolte.

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COSA PREVEDE LA NORMATIVA SULLE COMUNITA’ ENERGETICHE
Con il Decreto Milleproroghe 162/2019 è stata promossa in Italia la legge sulle comunità energetiche, attraverso la quale sono state riconosciute le comunità energetiche rinnovabili (REC). Si tratta di associazioni di cittadini, imprese ed enti locali che decidono di unirsi con l’obiettivo di dotarsi di impianti per la produzione, l’autoconsumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili. L’unica restrizione riguarda le aziende, per le quali la produzione e cessione dell’energia all’interno della comunità energetica non deve rappresentare l’attività principale.
L’altra configurazione prevista è quella dei gruppi di auto consumatori di energia rinnovabile, con la quale una serie di soggetti privati possono produrre e vendere energia elettrica da fonti rinnovabili in modo autonomo a più utenze situate sul territorio. Con il decreto sulle comunità energetiche il nostro Paese ha recepito la Direttiva europea RED II 2001/2018, con la quale l’Unione Europea riconosce valenza giuridica alle associazioni e introduce la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer).L’Autorità di regolazione è intervenuta con una delibera, la 120/2022, che ha avviato tutti quei procedimenti finalizzati all’aggiornamento della regolazione per l’inserimento delle comunità energetiche quali attori rilevanti della transizione energetica.


Le comunità energetiche in Italia possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici), con un corrispettivo unitario e una tariffa premio, quest’ultima pari a 100 euro/MWh per i gruppi di auto consumatori e 110 euro/MWh per le comunità energetiche. L’ultima normativa prevede che l’impianto oggetto delle agevolazioni debba essere di nuova costruzione, avere una potenza entro 200 kW ed essere collegato alla rete elettrica a media/bassa tensione, utilizzando la stessa cabina di trasformazione per il prelievo e la cessione dell’energia elettrica con la rete, tuttavia potrebbe subire dei cambiamenti. Se questo è il panorama nazionale, nel frattempo, negli ultimi mesi, a livello locale in alcune regioni italiane sono state votate leggi specifiche che hanno dato seguito alle direttive europee. Parliamo, ad esempio, della n.16 del 5 luglio 2022 del Veneto, nata con un obiettivo specifico, quello di promuovere e favorire la diffusione sul territorio delle CER, riconoscendole come uno “dei pilastri di un sistema energetico resiliente e mutualistico, nuovo nucleo di sostenibilità energetica locale, strumento di rafforzamento dell’utilizzo e dell’accettabilità delle fonti rinnovabili nel sistema veneto di produzione di energia”. Anche in Emilia-Romagna a luglio è giunto a termine l’iter legislativo avviato con una proposta di legge della Giunta regionale finalizzata a sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo individuando le azioni di sistema e le misure di promozione. E, per citare un altro esempio, in Abruzzo con la legge regionale 17 maggio 2022, n. 8, l’amministrazione ha attuato gli obiettivi europei stabiliti dalla direttiva 2018/2001/Ue.

Le comunità energetiche in Italia
In Italia sono attive o in corso di attivazione sulla base dell’attuale normativa 20 comunità energetiche rinnovabili, distribuite un po’ su tutto il territorio nazionale, mentre altre 7 sono in progetto. Gli impianti di autoproduzione risultano essere per lo più di taglia compresa tra i 20 e i 60 kW, ma con significative eccezioni.

Le comunità energetiche in Piemonte
Il primo esempio su scala nazionale è piemontese, ed è proprio la CER del Comune di Magliano Alpi in provincia di Cuneo (https://cermaglianoalpi.it), censita dal rapporto di Legambiente sopra menzionato. La CER è stata promossa dal Comune e ha previsto l’installazione di un tetto fotovoltaico di 20 kW sull’edificio del Municipio coinvolgendo come utenti aggregati il Comune stesso e alcuni utenti privati. La CER dispone di una piattaforma informatica per la rilevazione puntuale (sub-oraria) dei prelievi degli utenti aggregati, della produzione fotovoltaica e il monitoraggio dell’energia condivisa.

L’impianto a livello energetico garantisce l’autosufficienza dell’edificio municipale, della biblioteca, della palestra e delle scuole comunali e con la restante energia prodotta si riesce a soddisfare il 40% circa dei consumi elettrici degli altri membri della comunità energetica. La Regione Piemonte ha predisposto la guida alle Comunità energetiche
https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2022-04/com_energetiche_guida_csp_def.pdf

Tra le energie rinnovabili, non si annovera solo il fotovoltaico ma anche altre fonti e relative tecnologie di produzione dell’energia da:

  • Solare termico: L’energia solare è una delle fonti rinnovabili più diffuse ed efficienti nel nostro Paese che consente di produrre elettricità a partire dai raggi solari; per convertire l’energia solare in elettrica si utilizza un impianto fotovoltaico o solare. Il primo sfrutta l’irradiazione solare per fornire corrente elettrica, e quindi permette di far funzionare gli elettrodomestici o il sistema di illuminazione domestico. L’impianto solare, invece, è collegato ad un serbatoio che riscalda l’acqua e può quindi sostituire la caldaia o lo scaldabagno. Il sistema si può installare anche sui tetti di case indipendenti o condomini, permettendo un discreto risparmio nella bolletta dell’energia elettrica.

  • Geotermico: L’energia geotermica sfrutta il calore naturale della Terra, generato da elementi come il potassio, il torio e l’uranio, presenti negli strati più profondi della crosta terrestre. Per lo sfruttamento del calore geotermico sono state create le centrali geotermiche. Il flusso di vapore proveniente dal sottosuolo produce una forza tale da far muovere una turbina; l’energia meccanica della turbina viene infine trasformata in elettricità tramite un alternatore.

  • Idroelettrico: Un’altra fonte di energia rinnovabile è l’energia idroelettrica, che viene prodotta dai moti dell’acqua. Le onde, le maree, le cascate naturali e artificiali, i fiumi e altri percorsi naturali producono energia cinetica che viene poi trasformata in elettricità grazie all’ausilio di turbine. L’energia idroelettric a è prodotta attraverso le centrali idroelettriche, che generalmente vengono costruite in montagna nei pressi di corsi d’acqua e dove è più facile sfruttare l’unione tra forza di gravità ed energia cinetica.

  • Eolico:    L’energia eolica si genera a partire dal vento. Tramite delle pale eoliche, viene sfruttata la forza del vento per produrre energia meccanica, da cui si genera poi quella elettrica. Il funzionamento delle pale eoliche è molto simile a quello dei mulini a vento per la macina del grano. L e pale eoliche vengono ins tallate in zone ampie, spesso in pianura, dove il vento è costante e forte.

  • Biomasse: L’ultima fonte da citare è l’energia ricavata da biomassa che non è inesauribile perché non si affida a risorse naturali, ma a scarti prodotti dall’uomo.
    Infatti, le biomasse sono prodotte a partire da carburanti, combustibili e altri rifiuti industriali e agricoli, come legna o rifiuti urbani. I generatori di energia da biomasse producono quantità minori di azoto, zolfo, carbonio rispetto a quelle generate dai combustibili fossili, ma più alte rispetto ad altri sistemi di produzione energia da fonte rinnovabile.

 

DIAGNOSI ENERGETICA, COME FARE

La diagnosi energetica talvolta chiamata anche audit energetico è il principale strumento tramite il quale un’azienda è in grado di conoscere ed analizzare nel dettaglio i propri consumi energetici. I dati monitorati ed analizzati nella diagnosi energetica riguardano in particolare i sistemi energetici legati al processo produttivo. Obiettivo della diagnosi energetica è quello di fotografare prima le tecnologie e modalità di utilizzo della risorsa energetica attuali in relazione a quelle che potrebbero essere le migliori tecnologie disponibili sul mercato. Output della diagnosi energetica è la redazione di un piano di miglioramento in ambito energetico con l’indicazioni di specifiche azioni, risorse e tempi per la loro realizzazione nell’ottica del ciclo PDCA con indicazione di performance nell’ottica del risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale. Le imprese energivore e le grandi imprese in quanto soggetti rientranti nel campo di applicazione del D.Lgs. 102/2014 devono redigere obbligatoriamente la diagnosi e ripeterla ogni 4 anni realizzando almeno uno degli obiettivi di risparmio energetico nell’arco dei 4 anni.

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  • Assistenza alla realizzazione della diagnosi energetica
    La diagnosi energetica, oggi obbligatoriamente basata anche su una solida campagna di monitoraggi, deve essere redatta da personale qualificato in possesso di determinate e specifiche qualifiche. Dal 2016 i soggetti qualificati sono rispettivamente:
    – società di servizi energetici ESCO (Energy Service Company) certificata ai sensi della norma UNI CEI 11352
    – esperti in Gestione dell’Energia e Auditor Energetici certificati ai sensi della norma UNI CEI 11339.

L’associazione può fornire assistenza qualificata per la redazione della Diagnosi energetica in abbinamento con uno studio legato alla fornitura di sistemi di monitoraggio delle performances energetiche. L’assistenza permette inoltre di verificare l’eventuale strumento di finanziamento legato alla redazione della diagnosi e alla copertura dei costi per la realizzazioni delle azioni per il risparmio energetico.

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